E così sono 150 anni. Oggi, 17 Marzo del 2011, l’Italia unitaria festeggia il suo primo secolo e mezzo di vita. Il 17 Marzo del 1861Camera e Senato del Parlamento italiano proclamarono la nascita del Regno d’Italia. Il primo re fu Vittorio Emanuele II di Savoia.
Quel giorno, si era compiuta l’unificazione politica degli stati preunitari. Il Regno di Sardegna, sotto la monarchia dei Savoia, aveva annesso il Ducato di Parma e di Modena e il Gran Ducato di Toscana per plebiscito. Con la forza erano invece stati presi il Regno delle Due Sicilie (con la Spedizione dei Mille guidata da Garibaldi), e Romagna, Marche, Umbria, Benevento e Pontecorvo, territori tolti allo Stato della Chiesa.
Mancavano all’Italia odierna ancora Veneto e Friuli, che sarebbero diventati parte del nostro territorio cinque anni con la Terza Guerra d’Indipendenza, e il Lazio, che sarebbe stato sottratto allo Stato Vaticano con la breccia di Porta Pia, nel 1870.
dopo
La capitale della neonata Italia era Torino, città di provenienza della monarchia. Sarebbe rimasta tale dal 1861 al 1865, quando questo ruolo fu assunto da Firenze. Nel 1870, la capitale fu spostata definitivamente a Roma. Il Regno aveva, al momento dell’Unità , 22 milioni di abitanti. I primi governi stranieri a riconoscerlo furono quelli della Gran Bretagna e della Svizzera, il 30 marzo dello stesso anno, a due sole settimane dalla proclamazione. Il 13 aprile, anche gli Stati Uniti strinsero i primi rapporti diplomatici con l’Italia unita.
Quel giorno, fu anche assunto il tricolore verde, bianco e rosso come bandiera nazionale. Il vessillo aveva però già più di mezzo secolo di vita. Ma come è nata la bandiera italiana? I primi a immaginare questo accostamento di forme e colori come simbolo dell’Italia unita furono due ragazzi, studenti dell’Università di Bologna: Luigi Zamboni e Giovanni Battista de Rolandis. Nel 1874 unirono il bianco e il rosso, delle città da cui venivano (Bologna e Castell’Alfiero d’Asti), al verde colore della speranza. Provarono a organizzare una sommossa contro lo Stato Pontificio ma fallirono.
Due anni dopo fu lo scrittore Giuseppe Compagnoni, giornalista, letterato e segretario della Repubblica Cispadana, a proporre il tricolore come bandiera militare delle truppe italiane all’interno dell’armata di Napoleone. Dopo la sconfitta di Bonaparte e il Congresso di Vienna, la bandiera fu abolita. Nel 1848 il regno di Sardegna, che puntava all’unificazione, la adottò come sua bandiera, mettendoci al centro il suo stemma. Quando l’Italia è diventata una Repubblica, nel 1946, lo scudo è stato eliminato. Oggi i suoi colori e la sua forma sono codificati anche nell’articolo 12 della Costituzione.
fonte yahoo.it
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